domenica 31 agosto 2014

Rockin' Horse: Dancin' to the Music


Che il marchio "Soul Explosion"  avesse un enorme potenziale commerciale se ne erano accorti tutti negli uffici della RCA italiana e quindi, nel corso della pubblicazione dei tanti singoli è - diciamo così - scappato qualche logo di troppo, attribuito a brani che con l’esplosione di soul avevano poco a vedere. Il primo degli “intrusi” è stato questo Dancin' to the Music dei Rockin’ Horse.
La band, una rock band (da non confondere con l’omonima inglese, nata dopo lo scioglimento dei Merseybeats di Billy Kinsley e Jimmy Campbell) era originaria di Los Angeles, fondata dal chitarrista Lenny Macaluso, insieme al cantante Daniel Dick, Chuck O’Steen alle tastiere, Pug Baker alla batteria e Robbie Levin al basso.
Dancin’ to the Music è un brano classic rock, in quello stile che gli anglosassoni definiscono pub rock. Orecchiabile, ballabile dopo aver bevuto un paio di birre (ma anche di più) in un pub,  così come in un saloon; ma alquanto distante dalle atmosfere soul e disco, a parte una generica influenza soul-funk nell’arrangiamento delle tastiere e nella ritmica. 
I componenti della band, attiva sino al 1976, apprezzavano senza dubbio la musica nera, tant’è che, come vedremo più in là nel post dedicato, il loro secondo singolo “soul explosion” renderà più giustizia al logo.
Il legame con la black music si concretizzerà nel tempo per due componenti della band, Macaluso e O’Steen, che dal 1977 al 1981 saranno la chitarra e le tastiere della band di Tina Turner. 

Lato A: Dancin' to the Music
Autore: Leonard "Lenny" Macaluso
Lato B: Been so Long
Autori: Leonard "Lenny" Macaluso, Daniel Dick
Interpreti: Rockin' Horse
Nr. Cat.: RCA PB 10024
Data di uscita italiana: Dicembre 1974

Clicca e Ascolta su YouTube il brano "Dancin' to the Music"
 ROCKIN' HORSE - DANCIN' TO THE MUSIC

sabato 30 agosto 2014

George McCrae: I Can't Leave You Alone


Ripetere il successo di Rock Your Baby a pochi mesi di distanza dall'uscita di quel fantastico singolo non sarebbe stato facile, questo lo sapevano tutti a Miami come anche nella sede italiana della RCA in via Tiburtina. Eppure, a dicembre del 1974, era giunto il momento di apporre finalmente il logo "Soul Explosion" a un singolo di George McCrae, artista al quale, se vogliamo, si deve riconoscere l'inizio di tutto il movimento.
I Can't Leave You Alone, composta anche questa dalla premiata ditta Casey-Finch, rimane un ottimo brano soul dance, colpevole solo di avere in Rock Your Baby un predecessore troppo simile. Eppure il nuovo singolo aveva un groove più incisivo, un riff di chitarra più complesso e un arrangiamento più raffinato, ma peccava di quell'originalità capace di catturare l'attenzione al primo ascolto. 
I più diffidenti furono proprio gli americani, i cui acquisti non portarono il 45 giri oltre la 50esima posizione mentre l'Europa si mostrò più generosa con un picco, nel 1975, al nono posto in Inghilterra e al 14esimo in Italia. Comunque c'era poco da discutere, la musica di Miami stava invadendo radio, discoteche e negozi di tutto il mondo, Casey e Finch erano entrati in un trip creativo inarrestabile, che si sarebbe rivelato prolifico non solo per la loro band, ma per tutta la T.K. di Henry Stone e le etichette collegate. Non a caso questo singolo ha un lato B, sempre opera di Casey e Finch, che è una bomba, quella I Get Lifted, ripresa e campionata da vari artisti e divenuta un classico del disco-funk.

Lato A: I Can't Leave You Alone
Lato B: I Get Lifted
Interprete: George McCrae
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch
Nr. Cat.: XB 02001
Data di uscita italiana: Dicembre 1974

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Clicca e ascolta su YouTube il brano "I Get Lifted"


venerdì 29 agosto 2014

K.C. & The Sunshine Band: Queen of Clubs


Harry Wayne Casey, vent'anni o giù di lì, si guadagnava la settimana alternando il lavoro di commesso in un negozio di dischi a quello di impiegato tuttofare part-time presso la T.K. Records di Miami. Richard Finch invece era un giovanissimo ingegnere del suono presso la stessa casa discografica. I due si trattenevano spesso negli studios, accomunati dalla passione per la musica, e provavano a comporre e suonare non appena ne avevano l'opportunità. E lì, da queste session più o meno improvvisate, che nacque la mitica K.C. & the Sunshine Band (e così ebbe origine, come abbiamo già visto, anche un successo come Rock Your Baby).
Nel 1973 arrivò finalmente l'ok per il primo singolo Blow Your Whistle e poi per il secondo Sound Your Funky Horn. Nulla di clamoroso a livello di vendite, ma ebbero un certo riscontro nelle classifiche R & B, al punto da guadagnarsi la fiducia per l'album Do It Good e per il terzo singolo Queen of Clubs, destinato anche all'esportazione e caratterizzato dagli interventi vocali di George McCrae. La “regina” (la traduzione letterale è Regina di Fiori come la carta da gioco, ma il titolo gioca sul doppio senso di Clubs inteso come locali da ballo)  non ebbe un gran successo in patria, ma in Inghilterra arrivò al 7° posto in classifica, tanto che convinse la produzione a organizzare un tour inglese per la band e, di conseguenza, anche gli altri paesi europei, compreso il nostro, stamparono il singolo.
L'accoglienza in Italia fu freddina, niente hit parade, qualche ascolto nei juke box e sparuti passaggi nei locali da ballo. Gli altri singoli dell'album non furono ritenuti meritori di pubblicazione, ma il seme era gettato, il primo di una serie fantastica di singoli della “K.C.” era arrivato nei nostri negozi e la band sarebbe diventata di lì a breve sinonimo di ottima disco music.
A ben vedere Queen of Clubs ha solo in embrione il sound che avrebbe caratterizzato la band. È un brano ancora troppo duro, ruvidamente energico, più vicino al Funk e al Rhythm and Blues che non a quel Miami Sound che li avrebbe resi celebri nel mondo.
Chi ama il lato più funky della band considera comunque questa traccia - e a ragione - un brano di culto della K.C. & The Sunshine Band, immancabile in ogni collezione di vinili “pre-disco” che si rispetti.

Lato A: Queen of Clubs
Autori: Harry Wayne Casey, Willie Clarke
Lato B: Do It Good
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch, Betty Wright
Nr. Cat. RCA XB 02002
Data di uscita italiana: Dicembre 1974

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giovedì 28 agosto 2014

Carol Douglas: Doctor's Orders


Sulle canzoni al telefono si potrebbe scrivere un libro. In Italia, nel giugno del 1975, ce ne erano ben tre nella top ten. Una era l'adulterina Buonasera Dottore di Claudia Mori e Alberto Lupo, la seconda era la strappalacrime Piange il Telefono di Domenico Modugno e la terza era una versione americana di un brano inglese, Doctor's Orders, interpretato da Carol Douglas, originaria di Brooklyn, diva nascente della Soul Explosion, che contribuirà alla serie con un nutrito numero di singoli.
La versione inglese era cantata da Sunny e il produttore americano Eddie O' Loughlin della Midland International Records decise, con un annuncio sul magazine Showbiz, di effettuare una serie di audizioni per lanciare il brano negli States.
Il primo demo, prodotto (ma non accreditato) da Meco Monardo vide la luce nell'autunno del 74.
Il brano, già molto orecchiabile nella sua versione britannica, si avvaleva ora di una produzione raffinata, che ha gettato le basi per alcuni effetti discomusic come la "bubble guitar", qui opera del chitarrista Jerry Friedman. 
Il miglior banco di prova furono le discoteche di New York che accolsero il brano con entusiasmo. Anche le vendite premiarono la Douglas piazzando il brano all'undicesimo posto nelle classifiche americane, mentre in Italia arrivò sino all'ottava posizione. 
La voce della Douglas era molto black, con spunti funk. La disco però era destinata a un pubblico più vasto e non solo alla platea di colore, quindi la produzione di Meco, lo stesso che lanciò Gloria Gaynor e pubblicò la versione disco di Star Wars, pose l'accento sulle capacità melodiche dell'artista che però, non tradendo fino in fondo la sua timbrica, si rivelò al grande pubblico internazionale con un sound unico e riconoscibile, allegro ma grintoso. 

Lato A: Doctor's Orders
Autori: Greenaway-Cook, Stephens
Lato B: Baby Don't Let This Good Love Die
Autore: Eddie O'Loughlin
Interprete: Carol Douglas
Nr. Cat. RCA MB 10113
Data di uscita italiana: Dicembre 1974

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Crown Heights Affair: You Can't Bend My Super Rod


Nata come "Ben Iverson & the Nue Det Express" la band di nove componenti fu rinominata in occasione del loro primo album con il nome del loro quartiere originario di Brooklyn: Crown Heights. Nell'autunno del 74 i manager della RCA italiana ripescarono il singolo di debutto della band, uscito nel 1973 per inserirlo a pieno titolo nell'ondata Soul Explosion che prevedeva una raffica di 45 giri da distribuire entro Natale. 
Grafica di copertina very cheap, colori tra l'acido e lo sbiadito per un tiratissimo funk, arricchito da effetti sonori motoristici riferiti alla Super Rod del titolo e sprazzi di suono classic rock con tanto di organo solenne. 
Il sound orecchiabile, divertente e un pò caciarone di Miami era lontano, molto lontano, ma il pezzo è un piccolo oggetto di culto della produzione di questa band metropolitana che, più in là e con altre case discografiche, sfornerà brani disco-funk che scalarono le classifiche dance (You Gave Me Love su tutti).
Il brano, pur non entrando nelle classifiche di casa nostra, contribuì a rendere popolari in Italia quelle sonorità black che hanno come mentore Isaac Hayes e il suo celebre Theme from Shaft.
Tra i deejay dell'epoca, come tra quelli di oggi, grande dibattito se era meglio la versione vocale Super Rod o quella strumentale, nota come You Can't Bend My Super Rod e finita per essere il lato A del singolo. 
La questione non era peregrina, perché il groove più spiccatamente blaxploitation dello strumentale lo rende molto differente dal lato A e, a ben vedere, ottimo per alcune aperture di serate a tema.


Lato A: You Can't Bend My Super Rod (Instrumental)
Lato B: Super Rod (Vocal)
Interpreti: Crown Heights Affair
Autori: Freida Nerangis, Vernon Britton
Nr. Cat.: RCA TPBO 1065
Data di uscita italiana: Ottobre 1974

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The Hues Corporation: Rock the Boat


Rock the Boat può essere considerato il primo brano disco cantato a raggiungere la prima posizione negli USA (era il 6 luglio del 1974). Qualche mese prima la vetta fu raggiunta da TSOP (The Sound of Philadelphia) ma, come sanno tutti quelli che sono capitati in questo blog, quest'ultima è una traccia strumentale.
Rock the Boat, composto da Waldo Holmes, uscì negli USA prima di Rock Your Baby ma in Italia arrivò qualche mese dopo, a settembre, sfoggiando quasi a tutto campo il logo Soul Explosion, simbolo di questo spazio web, e gli stessi Casey e Finch hanno più volte ricordato che nel comporre Rock Your Baby fu proprio Rock the Boat a dar loro l'ispirazione, dopo averla ascoltata più volte in un locale di Miami sull'Ottava Strada.
Il gruppo soul The Hues Corporation era nato nel 1969 e il successo del brano fu clamoroso ma, come vedremo, non immediato. Un non so che di caraibico pervade la traccia con una ritmica che fonde rumba e reggae su base disco e ancora oggi è un classico degli house party.
Sul sito Classicbands.com uno dei componenti della band, St.Clair Lee (1944-2011), ricorda come la traccia fosse talmente versatile tanto da definirla “una canzone d'amore senza essere una camzone d'amore”, sottolineando come furono le discoteche a sancirne il successo. Nulla di più vero, visto che le radio evitarono di mandarla in onda, fino a quando i club di New York City non la usarono come riempipista e il popolo della notte la cercava di giorno nei negozi. Il successo mondiale arrivò così a scoppio ritardato, in pratica un anno dopo la prima uscita sull'album Freedom for the Stallion nella primavera del 73. In Italia il boom ci sarà ad autunno inoltrato e si protrarrà sino al 1975, quando il logo esplosivo era ormai diventato un punto di riferimento.

Lato A: Rock the Boat
Lato B: All Goin' Down Together
Interpreti: The Hues Corporation
Autori: Waldo Holmes
Autori: M. Jarrett
Nr. Cat.: RCA APBO 0232
Data di uscita italiana: settembre 1974

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mercoledì 27 agosto 2014

Prima dell'Esplosione...Rock Your Baby


George McCrae, classe 1944, nel 1974 era ad un passo dal mollare la carriera musicale, mai veramente decollata, e pronto a proseguire in quel mondo come manager della moglie Gwen, che aveva ottenuto un contratto da solista. Ma un giorno i signori Richard Finch e Harry Wayne Casey della K.C. & The Sunshine Band lo chiamano a registrare la parte vocale di un loro pezzo, poiché non avevano nessuno sottomano che potesse raggiungere le note alte previste per l'incisione, e quindi gli sembrava un peccato lasciare il pezzo nel cassetto.
Una batteria elettronica primordiale, parte integrante dell'organo Lowry (lasciato in studio alla T.K. da Timmy Thomas per incidere Why Can't We Live Together), un refrain ipnotico, un riff di chitarra aggiunto da Jerome Smith che venne pagato, a forfait, la stratosferica somma di 15 dollari, falsetto di McCrae al top e un inconfondibile Miami Sound. 
Il risultato è stato di 11 milioni di copie vendute nel mondo, al primo posto in classifica in dieci nazioni tra cui USA, Inghilterra e, nella seconda metà del 1974, anche in Italia.
La copertina era una creazione grafica nostrana, senza foto dell'artista né il marchio “Soul Explosion” che sarebbero però apparsi entrambi nell'album che uscirà nel settembre del 1974, circa tre mesi dopo il singolo.

Lato A: Rock Your Baby
Lato B: Rock Your Baby p.2
Interprete: George McCrae
Autori: H.W. Casey, Richard Finch
Nr. Cat. RCA KBPO 1004
Data di uscita italiana: giugno 1974

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lunedì 25 agosto 2014

The Soul Explosion is Coming...





"What we're gonna do right here is go back, way back, back into time*..." 1974-75-76-77...

Siamo nel 1973 e la disco music muove i primi passi. Nei night club italiani, che di lì a poco si sarebbero chiamati discoteche, insieme a brani di Elton John ("Crocodile Rock") al rock dei Deep Purple (“Never Before” e “Smoke on the Water”) e a una strana versione di "Satisfaction" interpretata dai nostrani Tritons arriva qualcosa di nuovo, un sound funky ma non troppo, arricchito da percussioni vagamente latineggianti, dal ritmo in levare e condito di armonie vocali soul e contrappunti di basso. Un sound allegro, che abbandona il suono duro di Detroit e metropolitano di New York e ci fa respirare l’aria frizzante di Miami. Uno dei padri di questo nuovo groove è il produttore Henry Stone (1921-2014), produttore e fondatore della mitica etichetta T.K. e di altre label (Dash, Marlin, Glades, solo per citarne alcune) che in Italia verranno distribuite con il marchio RCA. Negli Usa al fenomeno e a tutta la rinascita popolare della black music viene abbinato ufficialmente dalla RCA il nome di "Soul Explosion", con una campagna promozionale gestita dal manager Andre Perry.

Pubblicità inglese del 1974 per il lancio della compilation Soul Explosion

Dopo il travolgente successo di "Rock Your Baby" di George McCrae viene anche creato un logo da apporre sui singoli che la RCA distribuirà in alcuni paesi europei, tra cui l'Italia, a partire dal 1974, Capelli afro, baffoni, pantaloni a rigoni a zampa d’elefante, sneakers ai piedi  e occhiali a specchio. Ci siamo, i negozi di dischi riempiono gli scaffali di singoli marchiati Soul Explosion, in vendita per 500 lire o poco più e portati con orgoglio alle feste della compagna di classe con la casa grande e il giradischi del Reader's Digest nel salotto, quello capace di impilare anche sei dischi per volta, e suonarli uno dopo l'altro.
Ed è qui, in questo blog a tema, post dopo post, copertina dopo copertina, che riscopriremo tutti i 45 giri della serie, uno per uno… 

da Billboard Magazine Ottobre 1973

* dal brano Troglodyte, The Jimmy Castor Bunch, singolo RCA N 1659, 1972