mercoledì 24 dicembre 2014

Vicky Sue Robinson: Turn the Beat Around


Nata ad Harlem nello stato di New York nel 1954, la piccola Vicki Sue, figlia di un attore shakespeariano di colore e di una cantante folk di origini europee, manifestò ben presto le sue capacità artistiche. Professionalmente nasce come artista di teatro della scena di New York City, tra Broadway e Off-Broadway, dove recitò in più di un'occasione accanto a Richard Gere. Le critiche però avevano subito evidenziato nelle recensioni dei suoi spettacoli le spiccate capacità vocali di Vicki Sue. La svolta avvenne nel 1975, quando il produttore Warren Schatz la ascoltò e colse immediatamemnte le potenzialità "disco" della sua voce. E nacque così, nel 1976, dopo un primo singolo andato maluccio (la cover di Baby Know That I've Find You dei Foundations) l'album Never Gonna Let You Go , trascinato da questo singolo che non solo riempì le piste da ballo (n. 1 in discoteca nel marzo del 1976) ma arrivò anche al n. 10 delle classifiche di Pop Music.
Gli autori, Gerald e Peter Jackson, hanno più volte raccontato come il brano in realtà fosse destinato al trio maschile di soul-disco Touch of Class, che ritennero la parte vocale troppo veloce e la ritmica quasi jungle poco gradevole. L'allora fidanzato di Vicki era Al Garrison, ingegnere del suono dei Touch of Class, ma amico di Peter Jackson e, per farla breve, alla Robinson mancava un brano per completare l'album e quindi...
Turn the Beat Around è una cavalcata disco impetuosa, con un uso delle percussioni vicino all'overdose, soprattutto nella versione estesa, la più amata dai deejay. Il brano è sorretto da un' imponente orchestrazione di archi e da un bel solo di chitarra di Elliott Randall e la voce, aggressiva e squillante, della Robinson si impone su tutto, con un uso del canto che in alcuni momenti ricorda i vocalizzi della migliore tradizione "scat". Non a caso questa interpretazione valse all'artista una nomination ai Grammy Awards come miglior performance nella categoria Pop femminile.
Il brano, e l'album, ebbero un discreto successo anche in Italia, ballatissimo, ma restarono entrambi lontani dalla top ten di vendita, frequentata dalle produzioni disco con un tocco più europeo.
La carriera della Robinson si è interrotta nel 2000 a causa della sua prematura scomparsa, ma l'album Never Gonna Let You Go appartiene alla storia della Disco e, come vedremo in altri post, genererà grandi singoli per la "Soul Explosion".

Lato A: Turn the Beat Around
Autori: Gerald e Peter Jackson
Lato B: Lack of Respect
Autore.: Bill Seidman
Interprete: Vicki Sue Robinson
Nr. Cat.: RCA PB 10562
Data di uscita italiana: 1976

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domenica 7 dicembre 2014

Timmy Thomas: Love Shine


Timmy Thomas, nato nel 1944 nello stato dell'Indiana, organista e cantante, è stato uno dei padrini del sound di Miami, divenuto celebre in tutto il mondo nel 1973 con il brano Why Can't We Live Together. All'epoca la sua etichetta Glades, sussidiaria della T.K., in Italia era ancora distribuita dalla Phonogram e quindi il suo motivo più famoso fu pubblicato nel nostro paese dalla Polydor nella serie "Discoteque Special", in un certo senso concorrente della "Soul Explosion", anche se spaziava molto di più nel rock e  nel pop rispetto alla linea della RCA. 
Love Shine non ha l'appeal soul-ipnotico di Why Can't We Live Together ma è un bel brano disco-soul, con un accattivante riff di piano e la voce calda di Thomas, anche se i cori strizzano l'occhio forse un pò troppo alla disco-pop, con un risultato finale meno omogeneo rispetto alle altre produzioni del cantante. Il tentativo di agganciarsi al treno commerciale della disco è sin troppo evidente in tutto l'album The Magician e anche il retro Runnin' Out of Time, un disco-funk pianistico, cede all'inserimento di sezioni d'archi non proprio essenziali alla riuscita del pezzo.
Timmy Thomas è un ottimo autore e strumentista e la sirene delle vendite a volte hanno ammorbidito troppo il suo tocco magico alle tastiere.
Nel 1977, a titolo di curiosità, Thomas venne in Italia per collaborare con il maestro Piero Umiliani alla colonna sonora del film "La Notte dell'Alta Marea", diretto da Luigi Scattini, componendo a quattro mani con il maestro fiorentino alcuni brani mai apparsi su disco tra cui la title track "The Night of The High Tide".
Love Shine in Italia ebbe scarso successo, ma anche scarsa promozione e distribuzione, schiacciato da altri e più celebri singoli della serie Soul Explosion che stavano uscendo in contemporanea e che vedremo nei prossimi post.

Lato A: Love Shine
Lato B: Runnin' Out of Time
Autore: Timmy Thomas
Interprete: Timmy Thomas
Nr. Cat. RCA XB02101
Data di uscita italiana: 1976

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sabato 18 ottobre 2014

R & J Stone: We Do It


We Do It è un'altra delle schegge impazzite della serie Soul Explosion, ovvero non fa parte della rinascita soul proveniente dagli USA, perché è un brano inglese, non è un pezzo r&b, nè soul, nè disco nè funk, ma è un brano pop, in stile "Eurofestival" si potrebbe dire, anche se vagamente ispirato al sound del duo black Ashford e Simpson, per stessa ammissione dell'autore Russell Stone ("R") che si esibiva in coppia con la moglie Joanne ("J"), originaria del New Jersey. 
Il pezzo, romantico, con un ritornello che entra in testa, andò benissimo in Inghilterra dove veniva passato in radio in heavy rotation al punto da spingerlo sino al 5° posto nelle classifiche di vendita. 
Il duo ha rappresentato alla perfezione il fenomeno "One Hit Wonder" , che definisce quei gruppi o quegli artisti che raggiungono il successo solo con un unico brano, per poi tornare presto nel dimenticatoio. 
We Do It fu prodotta da Philip Swern ma poi Stone non riuscì a scrivere brani che potessero raccogliere l'eredità del loro grande, unico successo. Dopo il flop del secondo album,il terzo LP fu inciso ma mai pubblicato. Di lì a poco, purtroppo, Joanne scomparve nel 1979, sancendo in maniera drammatica la fine del duo.
Russell continuò a orbitare nel mondo della musica per poi, grazie alla sua specializzazione in psicologia, dedicarsi alla diffusione di una nuova terapia, chiamata Sound Recovery Therapy, che unisce yoga, musica e psicologia.
Il brano in Italia non andò oltre una discreta popolarità, l'idea nostrana di affibbiargli il marchio "Soul Explosion" sulla copertina portò più danni che benefici, facendo rinunciare all'acquisto chi, attratto dal logo, si aspettava un groove energico e non facendo neanche avvicinare chi cercava nei negozi un lento per la prossima festa in casa.

Lato A: We Do It
Lato B: We Love Each Other
Autore: Russell Stone
Interpreti: R & J Stone
Nr. Cat.: RCA 2616
Data di uscita italiana: 1976


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domenica 5 ottobre 2014

Miami: Kill that Roach


Iniziamo con un aneddoto, o meglio, con un ricordo. Nel 1976 sulla rivista "Sorrisi e Canzoni", nella pagina delle classifiche e delle novità, avevano iniziato a tradurre i titoli dei brani stranieri.  In quelle colonne si stava affacciando Kill that Roach, singolo estratto da Notorius, il secondo album della band di Party Freaksche venne inspiegabilmente tradotto con "Cancella quello Scarabocchio". 
Per comprendere che non si trattava di uno scarabocchio ma di uno scarafaggio non c'era in realtà bisogno di controllare il dizionario perché il pezzo, nelle sue battute iniziali fa una sorta di omaggio testuale  a uno dei brani messicani più celebri :"La Cucaracha", che tutti sappiamo essere nient'altro che il noto insetto. 
Il pezzo dei Miami è un coinvolgente latin-funk con echi vagamente messicani e molto ballabili e alla fine sfoga in un assolo di chitarra latin-rock degno di Carlos Santana, a testimonianza della qualità dei musicisti, spesso impegnati come band residente negli studi della TK records per artisti quali George e Gwen Mccrae, Little Beaver, Betty Wright e molti altri.
Kill That Roach è il brano più interessante della produzione dei Miami e, non a caso, il loro miglior successo. I Miami, nella loro breve carriera come gruppo, hanno provato a sganciarsi con i loro album dal ruolo di in-house band, con risultati alterni, ma sempre di qualità.

Lato A: Kill That Roach
Autori: Warren Jefferson Thompson, Willie Clarke
Lato B: Mr. Notorius
Autori: Wille Clarke, Saxton Kari
Interpreti: Miami
Nr. Cat: RCA XB 02115
Data di uscita italiana: 1976

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domenica 28 settembre 2014

The Hues Corporation: One Good Night Together


Una delle ultime uscite datate 1975 della Soul Explosion è il quarto singolo della Hues Corporation incluso nella serie. In casa RCA si era continuamente alla ricerca di un nuova Rock the Boat che potesse portare la band ai vertici delle classifiche pop ma l'impresa si era rivelata via via sempre più difficile. Ci si riprova con il brano d'apertura dell'album Love Corporation, dopo che l'omonimo singolo aveva fatto benino nelle classifiche R & B e Dance, ma nulla di più.
One Good Night Together è un brano che rispetta molto le origini soul della band, le atmosfere sono quasi da Philly Sound, il ritmo è un mid-tempo, il groove molto black e gli intrecci vocali raffinati sullo stile degli Spinners, i maestri del genere, veri pionieri del disco-soul. 
Tutto ciò, come era prevedibile, invece di avvicinarli di nuovo alla vetta delle classifiche finisce per allontanarli quasi definitivamente dal successo. I singoli sfornati a ripetizione, i contrasti con i dirigenti dell'etichetta (vedi intervista con Bernard St. Lee Calhoun Henderson su  Classic Bands) contribuirono non poco al calo di popolarità. E così questo singolo, tra scarsi passaggi radiofonici e nessuna strizzata d'occhio ai dj, finì presto nel dimenticatoio, negli USA come in Italia. 
Il 1976 era alle porte, la Soul Explosion sarebbe diventata sempe più una "Disco Explosion" e, come vedremo, la Hues Corporation avrebbe avuto ancora qualche buona carta da giocare...

Lato A: One Good Night Together
Lato B: When You Look Down the Road
Autore: Wally "Waldo" Holmes
Interpreti: The Hues Corporation
Nr. Cat. RCA PB 10311
Data di uscita italiana: 1975

Clicca e ascolta su YouTube il brano "One Good Night Together

venerdì 26 settembre 2014

Jimmy Bo Horne: Gimme Some


Se That's the Way (I Like It) è stato il brano più popolare della serie, divenuto un vero evergreen, Gimme Some è stato quello di maggior successo in classifica, riuscendo a toccare, nel marzo del 1976, l'ottavo posto, l'ultimo utile ad entrare nella mitica Hit Parade. Gli autori dei due brani erano gli stessi, gli onnipresenti Casey e Finch.
Gimme Some ebbe un gran successo in Italia grazie anche ad alcuni passaggi video nella trasmissione L'Altra Domenica su RaiDue e con la moda, dilagante, del Bump, un ballo che oramai aveva sancito il boom della discomusic, danzato in coppia con saltelli e colpi di anca al partner, dati a ritmo e anche con una certa energia. 
Questo brano, e il ballo, è stato perfino celebrato nel 1999 dalla nostra cinematografia nel film "La Fame e la Sete" di Antonio Albanese, in una sequenza memorabile. Gimme Some negli USA ha avuto un successo relativo (45esimo posto), mentre è andata meglio in Inghilterra con la ventesima piazza come picco; mai bene comunque come in Italia dove però non ebbe un successo immediato e per scalare le classifiche impiegò quasi sei mesi, da settembre 1975 sino al picco di marzo del 76, con la RCA che corse in aprile a ristampare il 45 giri con un buon riscontro sino a tutta l'estate di quell'anno. 
Il brano è quasi elementare, istintivo, semplice e geniale, dal ritornello infinito ("Gimme Some, Gimme Some, Gimme Some of your sweet love"), con batteria e percussioni in evidenza sin dall'inizio e una parte due che non era altro che un lungo break percussivo, intercalato dalla voce potente del cantante di Palm Beach, al secolo Jimmie Horace Horne Jr, classe 1949, che sarà uno dei maggiori protagonisti della serie Soul Explosion.

Lato A: Gimme Some
Lato B: Gimme Some part II
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch
Interprete: Jimmy Bo Horne
Nr. Cat.: RCA XB 02041
Data di uscita italiana: Settembre 1975

Clicca e ascolta su YouTube il brano "Gimme  Some"


Clicca e guarda su YouTube Antonio Albanese e Lorenza Indovina in "Gimme Some"

domenica 21 settembre 2014

Betty Wright: Ooola la


Il terzo singolo "esplosivo" di Betty Wright è la conferma che la cantante di Miami è una delle migliori soliste della serie. Ooola la è un brano molto più sofisticato di quello che sembra. Percussioni in apertura dal suono perfetto e un'apertura Ryhthm & Blues mozzafiato e una voce straordinaria, grintosa, vivace e molto, molto soul che ci accopmagna sino alla fine. La Wright concede sempre poco alle mode, canta come sa e come vuole e questo magari non le ha consentito di scalare le classifiche come altri 45rpm della serie. La cantante di Miami ottenne con Ooola la "solo" la 28esima piazza nella classifica R & B in Usa, nonostante il pezzo fosse un ottimo esempio di fusione pop e radici Soul-Rhythm & Blues, scritto da Clarence Reid e Willie Clarke, all'epoca tra gli autori più in voga a Miami. Le discoteche non lo accettarono bene, il ritmo era troppo sincopato, senza quella cassa in 4/4 che cominciava ad essere requisito essenziale se si voleva essere mixato in consolle.
A dirla tutta, in Italia fu già tanto che venne stampato, la distribuzione fu quella del tipo "nei migliori negozi di dischi" e chi, come molti di noi, stavano in periferia o magari nei piccoli centri, se voleva ascoltare in casa il pezzo era meglio che se lo registrava durante qualche passagsugio a Radio Montecarlo o, se non ricordo male, a Supersonic - Dischi a Mach 2 sul secondo canale di Radio RAI.
La Wright rimarrà fedele alla sua linea di black singer "doc", senza nulla togliere alle concorrenti non inseguirà mai lo status di disco-diva di molte colleghe (...magari presterà la sua voce ad alcuni brani di Peter Brown quali You Should Do It e Dance With Me) e i suoi singoli Soul Explosion erano e sono preziosi proprio per questo.

Lato A: Ooola la
Lato B.: To Love and Be Loved
Autori: Clarence Reid, Willie Clarke
Interprete: Betty Wright
Nr. Cat.: RCA XB 02045
Data di uscita italiana: Settembre 1975

Clicca e ascolta su iTunes un'anteprima del brano "Ooola la"

sabato 20 settembre 2014

George McCrae: Honey (I'll Live My Life For You)


Nell'estate del 1975 a George McCrae le cose giravano bene. L'anno prima Rock Your Baby aveva sfondato, e anche l'album omonimo aveva fatto bene, trainato dal brano omonimo e da una serie di singoli. Era il momento di proporre qualcosa di nuovo. 
Squadra che vince non si cambia ed ecco che Casey & Finch  della K.C. confezionano l'album "George McCrae" e il singolo Honey I che, sulla carta, doveva essere per il cantante disco-soul quello che That's the Way (I Like It) era per la loro band. Le premesse c'erano tutte e la frase tormentone pure ("Honey I, I'll live my life for you girl") ma la catch phrase era sin troppo presente. In pratica, trascorsa la trentina di secondi dell'intro strumentale, costituiva tutta la canzone, a volte sembrava quasi che il brano si fosse incantato. 
L'energia coinvolgente della K.C. sembrava essersi un pò appannata, eppure il pezzo ha funzionato - meno del previsto - ma ha funzionato (65esimo posto in classifica pop, 18esimo nella classifica R & B e un sorprendente 33esimo posto in Inghilterra). 
Se oggi si prova a risentirla si comprende come sia riuscita comunque a farsi ascoltare, è bastato un accenno del magic touch dei compositori per creare un brano che entra in testa e che si finisce per canticchiare non appena inizia a sfumare. 
Anche in Italia, dove il titolo perse l'"I" dopo Honey e il lato B era diverso da quello del resto del mondo, l'astro di McCrae era in calo e il singolo fu un flop, ma per il buon George la discesa, come vedremo, non era ancora finita...

Lato A: Honey (I'll Live My Life For You)
Lato B: It's Been So Long
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch
Interprete: George McCrae
Nr. Cat.:RCA XB 02046
Data di uscita italiana: Luglio 1975

Clicca e ascolta su YouTube il brano "Honey"



Carol Douglas: A Hurricane Is Coming Tonite


Il secondo singolo di Carol Douglas (per chi non lo sapesse cugina dell'indimenticato Sam Cooke) segue la scia del precedente Doctor's Orders e si presenta come un allegro mix di pop e discomusic, dal ritornello orecchiabile, un tentativo quasi più radiofonico che da pista da ballo di ripercorrere la strada intrapresa da Gloria Gaynor con Never Can Say Goodbye. Percussioni qua e là e una sostenuta sezione d'archi, come in molte produzioni del genere. L'impatto è minore, il pezzo suona nel complesso un pò deboluccio, e non basta la voce corposa della cantante a farlo passare alla storia. Negli USA raggiunge l'81esimo posto in classifica e, per una manciata di giorni, il 14esimo nella classifica dance. Ma c'è un ma. Attenzione al lato B: Headline News, brano in piena linea con la migliore discomusic dell'epoca. Intro sontuosa, coretti quasi barocchi, chitarra ritmica e archi in perfetta sintonia, con la voce della Douglas che lascia da parte la durezza naturale del suo timbro R & B per un canto più dolce e romantico, facendo da apripista a molte produzioni della concorrenza. Headline News usci negli Usa, in Francia e Germania come lato A di un singolo, mentre da noi, con la classica foto in B/W, finì dietro Hurricane Is Coming Tonite creando comunque una sorta di "doppio lato A", un valore aggiunto di alcuni titoli di questa serie, come ad esempio era già accaduto con George McCrae con I Can't Leave You Alone. e con Let's Go to the Disco dei Faith, Hope & Charity.
Headline News arrivò alla quinta posizione nelle classifiche dance e, oramai era chiaro a tutti, la Douglas era diventata una disco-diva e le classifiche pop non l'avrebbero più vista entrare nella Top 100, mentre sotto gli specchietti della discoball in molti avrebbero ballato ancora, come vedremo, con le sue canzoni.

Lato A: A Hurricane Is Coming Tonite
Autori: Kenneth Bernstein, Ed O' Loughlin
Lato B: Headline News
Autori: Roger Greenaway, Tony Macauley
Interprete: Carol Douglas
Nr. Cat.: RCA TPBO 7008
Data di uscita italiana: settembre 1975

Clicca e ascolta su YouTube il brano "A Hurricane Is Coming Tonite"


Clicca e ascolta su YouTube il brano "Headline News"



venerdì 19 settembre 2014

K.C. & The Sunshine Band: That's The Way (I Like It)


Ed ecco giunto il momento di parlare del brano più celebre della Soul Explosion targata RCA: That's The Way (I Like It), l'immortale successo della fabbrica di hit Casey & Finch. That's The Way è tutt'oggi un classico, un evergreen, suonato e ballato ovunque, nei party in giardino, nelle feste a casa, in radio, nelle pubblicità e in ogni appuntamento disco-revival che si rispetti.
Dopo Get Down Tonight il serbatoio dell'energia creativa era ancora pieno e il propellente si riversò nella composizione di questo pezzo esuberante, con una sezione fiati al suo meglio e un ritornello che più martellante non poteva essere.
Non solo, a differenza di altri prodotti da discoteca, il pezzo funzionava dal vivo in maniera eccellente, tutti si divertivano, per primi i musicisti sul palco, forse più degli spettatori.
N. 1 in America, Canada e Olanda e nella top ten di un'altra decina di paesi fu proprio l'Italia, insieme alla Germania, a trattarlo peggio con un ingresso a fatica nella top 20 (comuqnue la nostra copertina del singolo resta la più bella). 
Molto suonata nei juke box e nei locali da ballo la K.C. & the Sunshine Band non riuscì all'epoca ad essere un complesso di vertice nel nostro paese, salvo poi essere riscoperta negli anni con la loro antologia divenuta un long seller che ancora oggi fa numeri. Il testo, con neanche tanto velate allusioni sessuali ("when you give me all your love, and do it babe the very best you can") ma nei passaggi radiofonici non c'era quasi neanche il tempo di rifletterci, visto che la versione per il singolo fu ridotta a soli 2'51" rispetto ai 5'07" dell'album.
Non è musica raffinata, a volte qualche passaggio vocale suona grezzo, magari leggermente sgraziato, eppure l'arma vincente, allora come ora, di questo brano resta proprio l'entusiasmo frivolo che emana, la sovraesposizione di fiati che solo a sentirli fanno festa, e quell'indimenticabile "Oh, that's the way, uh-huh uh-huh, I like it , uh-huh, uh-huh..."

Lato A: That's The Way (I Like It)
Lato B: Ain't Nothing Wrong
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch
Interpreti: K.C. & The Sunshine Band
Nr. Cat.: RCA TPBO 7009
Data di uscita italiana: settembre 1975

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The Brothers: Are You Ready for This


Nel post precedente accennavamo all'avvento di un'estetica "disco" nelle copertine, che qui si concretizza. Un pò pacchiane, colorate, che evocano baldoria e piaceri notturni. Questo singolo del 1975, tratto da un album che rivisita i più grandi successi in pista e presenta alcuni inediti (non a caso si intitola "Disco Soul"),  non dà adito a dubbi: la Disco Music era arrivata per restare e dettare le regole del mercato musicale. E siamo arrivati al dunque: brano strumentale, intro con cassa in quattro quarti, linea di basso potente e, a seguire, chitarra ritmica, sezione d'archi e supporto di fiati. Anche la lunghezza del singolo, oltre i quattro minuti, supera i tempi, sin troppo striminziti, di molti altri singoli della serie Soul Explosion.
Prodotti da Warren Schatz, ennesimo bianco capace di interpretare quale doveva essere il nuovo black sound, guidati dal groove del chitarrista Dick Frank, dai fiati di George Young e dalle tastiere di Bhen Lanzaroni, I "fratelli" scalano le classifiche dance USA sino alla 13esima posizione, restando pressoché ignorati in quelle di vendita. Era il segno dei tempi, la disco cominciava ad avere i suoi - esclusivi - eroi.
Nonostante il fascino che i brani strumentali ebbero in quegli anni in Italia, il pezzo non andò un granché, restando - allora come ora - un titolo oscuro, un rare groove da pescare a sorpresa dalla cassa dei vinili. Un paio d'anni dopo, nel 1977, ci penserà Jeanne Napoli a cantarne le strofe, creando a sua volta un altro rare groove per i dj di tutto il mondo.

Lato A: Are You Ready for This
Autori: Warren Schatz,Bhen Lanzaroni
Lato B: Everybody Loves a Winner
Autori: Warren Schatz, Scott Fagan
Nr. Cat.: RCA PB 10243
Data di uscita italiana: Maggio 1975

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giovedì 18 settembre 2014

The Hues Corporation: Love Corporation


La Hues Corporation è una delle band più rappresentate e rappresentative della serie Soul Explosion. Nel giro di pochi mesi dal lancio della linea arriva questo terzo singolo che segna il passaggio deciso verso la discomusic con accenti soul, mettendo da parte quelle vaghe atmosfere reggae-caraibiche dei precedenti Rock the Boat e Rockin' Soul, in cambio di arrangiamenti più orchestrali e una vocalità corale e incisiva. Autore è sempre Wally "Waldo"  Holmes e tra gli arrangiatori c'è un certo Michael Omartian che diverrà uno dei produttori più importanti della scena americana.
Il brano ebbe un discreto successo negli Stati Uniti, sfiorando la top ten nelle classifiche dance mentre nelle vendite non andò oltre il 62esimo posto, Ma, aldilà delle performance statistiche, questo è un pezzo che segna una ulteriore evoluzione verso lo strapotere che produttori e arrangiatori avranno nelle produzioni discomusic. Il lavoro in studio diventa sempre più determinante, si sovrappone alla gioiosa energia dei gruppi vocali come la Hues Corporation e questo brano è uno di quelli che fotografa bene questa transizione, peraltro impreziosita da una parte finale con accenti quasi gospel.
Anche in Italia, come del resto negli USA, il brano si piazzò bene nelle discoteche e un pò meno in classifica nazionale, dove raggiunse un dignitoso 32esimo posto.
Cominciano a sparire le foto in bianco e nero dalle copertine, i grafici si fanno le ossa verso quella che diventerà un estetica disco, in questo caso ancora acerba e punteggiata da minimali composizioni di lettering pop.

Lato A: Love Corporation
Lato B: He's My Home
Autore: Wally "Waldo" Holmes
Interpreti: The Hues Corporation
Nr. Cat.: RCA PB 10200
Data di uscita italiana: Marzo 1975

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martedì 16 settembre 2014

Joe Bataan: The Bottle (La Botellita)


The Bottle di Joe Bataan, nato nel 1942 a Spanish Harlem nello stato di New York, è uno dei singoli più importanti della serie, Soul Explosion non solo per la gradevolezza del brano , una cover strumentale latin-soul dell'omonimo brano scritto dal poeta e profeta del soul funk politico Gil Scott-Heron (1949-2011), uno dei maestri assoluti della black music. 
L'importanza risiede nel fatto che Bataan è stato uno dei fondatori della Salsoul Records e questo singolo testimonia la prima presenza in Italia dell'etichetta dell'arcobaleno (anche se qui sotto le mentite spoglie del classico arancione RCA) , divenuta icona della fusione dei ritmi sudamericani con le atmosfere della discomusic, 
La storia personale di Bataan è alquanto travagliata, riformatorio, liti di strada, liti con le etichette discografiche, liti con i musicisti... ma tutto ciò si è spesso tradotto in una energia musicale positiva, accattivante, allegra ed orecchiabile. La sua capacità di mescolare lo stile latino con la black music lo ha caratterizzato sin dagli esordi, quando ripropose Gipsy Woman degli Impressions e sarà un marchio di fabbrica con l'avvento dell'hip-hop, quando scalò le classifiche mondiali con Rap-O-Clap-O
The Bottle resta uno dei suoi brani migliori, almeno per gli intenditori, con il ritmo scandito dalle percussioni e un sax che suona più jazz che funk. 
In Italia il singolo non ebbe molto successo. Promozione  e distribuzione scarsa, cura editoriale approssimativa (l'autore era riportato come Gil-Scot-Heron, con una "t" sola e interamente separato da trattini quasi fossero tre persone invece di una) e sonorità in anticipo rispetto al boom in Italia della Salsoul e della Salsoul Orchestra di Vincent Montana, che arriverà di lì a un anno con il loro secondo album Nice 'n' Nasty.

Lato A: The Bottle (La Botellita)
Autore: Gil Scott-Heron
Lato B: When You're Down (Funky Mambo)
Autore: Joe Bataan
Interprete: Joe Bataan
Nr. Cat.: RCA XB 01002
Data di uscita italiana: Aprile 1975

Clicca e ascolta su YouTube il brano "The Bottle"


domenica 14 settembre 2014

The Tymes: You Little Trustmaker


Se c'è un brano che veramente ha espresso la rinascita del soul all'interno della serie Soul Explosion è proprio You Little Trustmaker dei Tymes. Con questo brano nessuno bara, non si cerca di spacciare né rock, né disco, né funk, né pop sotto mentite spoglie. You Little Trustmaker è uno di quei brani che segna il passaggio, che in questo caso potremmo definire ancora indolore, dal soul alla disco, ovvero senza tradire l’essenza dello stile originale. 
Le voci del quintetto armonizzano con abilità, classe ed energia e saranno di esempio per altre band, ad esempio i Tavares e i Sylvers, che sapranno dare forma definitiva al genere, compiendo un ulteriore passo verso il disco sound. I Tymes erano un gruppo soul in attività già dal 1956 con il nome di Latineers e negli anni 60 ebbero un ottimo successo sia in USA che in Inghilterra con “So Much in Love”. Dopo le ondate di singoli pop e rock che invasero le classifiche tra la fine degli anni 60 e i primi 70, venne il momento della nuova esplosione e di un nuovo contratto con la RCA che, come abbiamo visto, stava puntando molto in quegli anni sul ritorno della black music nelle graduatorie. E così accadde con questo singolo che nel 1974 toccò la 12esima posizione nelle classifiche di vendita USA e la 18esima in quelle inglesi. 
In Italia, a dire il vero, il brano rimase in ombra e raggiunse al suo top il 48esimo posto. Per il nostro pubblico, e i nostri dj, il brano era gioioso, ma breve – sotto i 2’50” – e  troppo “morbido”. 
La linea vocale melodica era di cristallina e sofisticata, così come le voci di tutti i componenti del quintetto, ma la resa finale era considerata ancora troppo legata ad una forte eredità soul & rhythm & blues, piuttosto che proiettata nelle sempre più diffuse sonorità disco da "top ten", con i suoi caratteristici break e bridge e tutto ciò lo rese meno attraente di altri brani capaci di agganciare l’ascoltatore con un paio di frasi che invitavano a scendere in pista, pronunciate con grinta, con urletti al punto giusto e una linea di basso più evidente.

Lato A: You Little Trustmaker
Autore: Christopher Mark Jackson
Lato B: The North Hills
Autori: Albert C. Berry III, James Grant
Interprete: The Tymes
Nr. Cat.: RCA PB10022
Data di uscita italiana: Novembre 1974

Clicca e ascolta su YouTube il brano "You Little Trustmaker"

venerdì 12 settembre 2014

Rockin' Horse: Love Do Me Right


Love Do Me Right  è il secondo singolo dei Rockin' Horse e, a differenza del precedente brano classic rock Dancin to the Music, ha qualche requisito in più per giustificare la sua presenza nella serie Soul Explosion.
Chiariamoci, siamo sempre distanti qualche galassia dal soul di Otis Redding, ma anche dal Miami Sound di George McCrae, però questo mix di rock, funk e congas in evidenza, con ritmo indubbiamente ballabile, suona nero quanto basta, anche se improvvisamente spezzato da accenni di rock quasi barocco e, last but not least, veniva inserito nelle sue scalette al "Gallery" da Nicky Siano, uno dei pionieri del deejaying.
E' un brano talmente variegato che sembra nato dalla fusione di due o tre composizioni diverse, ed è proprio qui che si nasconde il suo fascino. Le discoteche lo accolsero bene, salì sino alla nona posizione nelle classifiche dance USA, mentre le vendite andarono così così, fermandosi a un passo (posizione 104) dalla hot 100. Anche in Italia ebbe il suo momento di gloria quando qualche dj che fino a poco tempo prima per far ballare i clienti metteva su i Doobie Brothers, i Deep Purple e Suzi Quatro, faceva finta di avvicinarsi al soul mettendo in scaletta proprio Love Do me Right.
Questo brano fu il più grande successo della band di Lenny Macaluso e ancora oggi cattura e sorprende quando, intorno ai 2 minuti e 08" inizia una tirata funk-disco-rock tutta strumentale che prosegue instancabile, poderosa, sino al break finale. Lo riscopriamo?

Lato A: Love Do Me Right
Autore: Lenny Macaluso
Lato B: Change It for Better
Autori: Daniel Dick, Lenny Macaluso
Interpreti: Rockin' Horse
Nr. Cat: RCA TPBO 1123
Data di uscita italiana: 1975

Clicca e ascolta su YouTube il brano: "Love Do Me Right"



mercoledì 10 settembre 2014

Faith, Hope & Charity: Let's Go to the Disco


Tra la fine del 1974 e gli inizi del 1975 cominciarono ad arrivare i primi singoli con la parola "Disco" nel titolo. Il primato dovrebbe andare, uso il condizionale, a Disco Queen degli Hot Chocolate di fine 74, seguito a ruota l'anno successivo da Disco Stomp di Hamilton Bohannon, Disco Baby di Van McCoy e il protagonista di questo post, Let's Go to the Disco dei Faith Hope & Charity, gruppo dal nome più adatto a un coro gospel che a una disco-band.
Il trio, nato nel 1969, in quegli anni e dopo varie rotazioni dei componenti era sotto l'ala di Van McCoy (1940-1979), grande produttore, direttore d'orchestra e compositore (sua la celebre The Hustle, uno dei più famosi brani disco della storia).
Let's go to the Disco sancì ufficialmente, anche con le parole, quel legame tra il soul e la discomusic tanto osteggiato dai puristi della musica nera. Il fenomeno era oramai inarrestabile, le produzioni divenivano via via più sontuose e raffinate, gli studi e la produzione giocavano oramai un ruolo determinante nella creazione di nuova musica. Intro vocali, archi e ottoni, accenni funk, break percussivi, tutto su una base in 4/4 che ci avrebbe accompagnato per un buon quinquennio e più.  L'uscita di questo singolo sottolineò come il fenomeno disco cominciasse a dilagare anche in Italia, vista la scelta dei discografici nostrani di trascurare il vero successo della band in Usa: "To Each His Own" (n. 1 in classifica R & B e n, 50 nelle vendite) finito per essere il lato B di questo singolo. Anche la cover segnava una svolta, stampata a pieni colori, a differenza dei montaggi cheap (ma per questo molto affascinanti per il loro aspetto vintage) con foto in bianco e nero. Negli USA Let's Go to The Disco non uscì mai come singolo restando una scelta da intenditori dei dj che lo suonavano dall'album "Faith, Hope & Charity".
In effetti, nonostante l'invitante titolo, bisogna riconoscere che musicalmente To Each His Own è il pezzo migliore tra i due, più orecchiabile, meglio arrangiato e cantato, con un breve inciso quasi rap old-school, ma il gancio di quella frase "Let's Go to the Disco" ...

Lato A: Let's Go to the Disco
Lato B: To Each His Own
Autore: Van McCoy
Interpreti: Faith, Hope & Charity
Nr. Cat.: RCA TPBO 7010
Data di uscita italiana: 1975

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martedì 9 settembre 2014

Latimore: Let's Straighten It Out


Il fascino di questa serie di 45 giri deriva, tra i tanti motivi, anche della eterogeneità dei titoli presentati. Se in alcuni casi le radici black della soul music sono state accantonate in favore di operazioni più commerciali e di classifica, in altri non solo è stata profondamente rispettata ma ha anche proposto artisti straordinari che non hanno raggiunto in Italia la popolarità che meritavano. E' il caso di Benny Latimore, nato nel 1939 a Charleston nel Tennessee, semplicemente Latimore per gli amici. Con più di venti album all'attivo e ancora sulla scena nel momento in cui scrivo, è un interprete raffinatissimo di un soul-funk denso e sensuale, divenuto negli anni un artista di culto per gli appassionati di black music, sino a essere riscoperto negli anni 2000 grazie alla cantante Joss Stone che lo ha voluto come tastierista nei suoi album The Soul Sessions e Mind Body & Soul.
Camicia aperta, collane, anelli, baffoni e voce profonda (praticamente il modello vivente del logo Soul Explosion!) vede arrivare il successo in patria nel 1974 con Let's Straighten It Out, un pezzo intenso, una fusione magistrale di soul e blues, con una intro parlata di 45 secondi che avrebbe fatto scuola e storia, su una base fluida mid-tempo e una linea di basso da brivido. Produttore era Steve Alaimo, con un passato di cantante di discreto successo negli anni 60. Un altro bianco, dopo Henry Stone e Meco Monardo per citarne un paio, che si rivela artefice della diffusione della black music. Let's Straighten It Out era un brano di difficile esportazione per il mercato dei 45 giri europeo e soprattutto italiano, tant'è che mentre negli USA raggiunse il 31° posto nelle classifiche di vendita e il 1° in quelle R & B, da noi rimase fuori da tutte le graduatorie. 
Anche la tiratura di questo singolo fu proporzionalmente più bassa rispetto agli altri brani Soul Explosion, consapevoli in casa RCA dell'effetto nicchia del pezzo rispetto agli altri riempipista. Il singolo in Italia fu stampato alla fine del 1974 e arrivò nei negozi, almeno in quelli che si erano fatti convincere a venderlo dal proprio distributore, nei primi mesi del 1975. 

Lato A: Let's Straighten It Out
Autore: Benny Latimore
Lato B: Ain't Nobody Gonna Make Me Change the World
Autore: Wille Hale
Interprete: Latimore
Nr. Cat. RCA XB 02003
Data di uscita italiana: Gennaio 1975

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lunedì 8 settembre 2014

The Ritchie Family: Brazil


All'inizio si chiamavano Honey and the Bees e avevano avuto un discreto successo negli ambienti soul di Philadelphia con il loro album Love. Poi due di loro, Cassandra Wooten e Gwendolyn Oliver, vennero convocate, insieme a Cheryl Jacks, dal produttore francese Jacques Morali (1947-1991) che, sedotto dai ritmi disco-soul, voleva lanciare una band tutta al femminile. Morali aveva composto alcuni brani per il mercato francese e, grazie alle ed entrò in contatto, nel 1975, con il produttore e potenziale finanziatore Henri Belolo, che dopo aver lavorato in Francia si avvicinò al Philly Sound dopo un viaggio negli USA nel 1973 che lo spinse ad aprire una sua piccola casa di produzione.
Morali cercò di di convincerlo a produrre – e investire – nel mercato americano su alcuni suoi nuovi progetti musicali, ma Belolo rimase diffidente sino a quando non arrivò l'idea giusta: l'adattamento “disco” del classico “Brazil” portato al successo negli Anni 30 da Carmen Miranda. A quel punto Belolo si fece aprire le porte dei mitici Sigma Sound Studios di Philadelphia per realizzare singolo e album, tutto dedicato all'effetto vintage del mondo latinoamericano, attualizzato con i ritmi e le orchestrazioni del momento.
Arrangiamenti lussuosi, grande orchestra con l'ingaggio di molti membri dei M.F.S.B., ampia sezione d'archi, ritmo in levare, voci sexy e allegre ed ecco nascere la nuova Brazil, successo da top 20 negli USA e nr. 1 nelle discoteche. Il brano di soul in realtà aveva molto poco se non niente, ma è una produzione che comunque lascerà il segno nel mondo della Disco.
In Italia, la copertina del singolo non riprese, purtroppo, la bella iconografia dell'album chiaro omaggio alla cantante dell'originale,  ma giocava tutto sulla grafica testuale e sul richiamo, scritto a chiare lettere, a “Il nuovo sound di Philadelphia” che la RCA Italiana, sfruttando il marchio Soul Explosion, voleva contrapporre all'etichetta Philadelphia International Records, all'epoca distribuita dalla CBS-Messaggerie Musicali. Il brano arrivò al 28esimo posto nelle classifiche italiane, le Ritchie Family e l'accoppiata Morali-Belolo si stavano avviando così verso la grande popolarità internazionale che arriverà, puntuale, con decine di produzioni tra cui, la celebre The Best Disco in Town che le trasformò in star mondiali.

Lato A: Brazil
Autore: Harry Barroso
Lato B: Hot Trip
Autori: H. Bounty (alias Henri Belolo), Jacques Morali
Interpreti: The Ritchie Family
Nr. Cat.: RCA TPBO 1124
Data di uscita italiana: Giugno 1975

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domenica 7 settembre 2014

Linda & The Funky Boys: Shame, Shame, Shame


Shame, Shame, Shame, composto alla fine del 1974 da Sylvia Robinson, è stato uno dei primi brani discomusic a riscuotere un successo a livello mondiale ("... I'm going to every discotheque, I'm gonna dance dance dance dance oooh") portando nella dance il caratteristico ritmo noto come "Bo Diddley Beat" , creato dal celebre chitarrista di colore.
Il successo internazionale però non si deve alla versione qui presentata, ma a quella originale del duo Shirley & Company. Difatti quella di Linda & The Funky Boys, uscita a pochi mesi di distanza, è uno di quegli esempi di instant cover che più volte avrebbero caratterizzato il mondo della dance. La cover di Linda nasce per il mercato europeo non solo per motivazioni artistiche, ma anche nel tentativo di bruciare sul tempo chi stava pianificando la distribuzione dell'originale.
La versione di Linda ebbe, soprattutto in alcuni stati, un buon successo al punto che,a distanza di anni, ancora oggi c'è chi è convinto che sia l'originale. Linda Fields era siì afroamericana, ma residente ad Amburgo (e il "funky boy" che duettava con lei era lo scozzese Ian Cussick) e la sua "Shame" rimase per diciannove settimane nella classifica tedesca, con il picco di una onorevole 15esima posizione, ed anche in Austria fece molto bene.
In Italia non ci fu molto spazio per questo singolo, l'originale arrivò sufficientemente in tempo sugli espositori dei nostri negozi e, inoltre, la cover di Linda Fields (questo il suo cognome) non era in grado di suscitare l'interesse di chi aveva l'originale perché la sua non è una interpretazione ma una riproposizione pressoché identica anche se, a ben vedere, meglio prodotta e incisa. La voce di Linda, leggermente meno graffiante di quella della veterana Shirley Goodman, già all'epoca sulla breccia da più di vent'anni, si rivelò un ottimo connubio tra soul e funk e le regalerà qualche altro discreto successo.
La nota curiosa è che il lato B, lo strumentale Solid Funk, scritto dal tedesco Detlef Petersen spacciatosi per Dave Patterson, fu protagonista di un fenomeno di "controesportazione" per alcuni dj americani in cerca di qualche "rare groove" per le loro serate e la RCA americana ne stampò una piccola quantità.

Lato A: Shame, Shame, Shame
Autore: Sylvia Robinson
Lato B: Solid Funk
Autore: Dave Patterson (alias Detlef Petersen)
Interprete: Linda & The Funky Boys
Nr. cat.: RCA PPBO 4052
Data di uscita italiana: Aprile 1975

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sabato 6 settembre 2014

Gwen McCrae: Rockin' Chair


Questioni di famiglia. Leggenda vuole che nel 1963 il marinaio George McCrae entrò in un bar di Pensacola, in Florida e chiese alla bella cameriera Gwen un appuntamento. Dopo un primo, timido rifiuto, neanche due settimane dopo erano sposati. A unirli non era solo l'amore ma la passione per il soul e cominciarono ad esibirsi nei locali della zona. A spingerli verso la carriera professionale fu la cantante Betty Wright e, tra i due, sembrava essere Gwen la più promettente, sino a quando non esplose il boom di Rock Your Baby che tutti conosciamo. 
Nel 1975 arrivò la risposta della coniuge: Rockin' Chair, un brano più soul che disco, cantato con voce sensuale da Gwen e con un vocalist di supporto eccellente: il marito George. La stessa architettura del pezzo ricordava molto, forse troppo, Rock Your Baby, ma senza quell'originalità nei suoni e nel groove che donarono la popolarità al brano del coniuge. 
Fu comunque un buon successo negli USA, concretizzatosi nel primo posto della classifica R & B anche se per una sola settimana, e un'apparizione nella top ten di vendita. 
In Italia il riscontro fu molto inferiore, altre disco divas con un sound più moderno e internazionale, da Gloria Gaynor a Donna Summer ma anche, per restare in casa Soul Explosion, Carol Douglas stavano aggredendo le classifiche.
George e Gwen daranno ancora il loro contributo all'esplosione di soul, realizzando anche, come vedremo, dei duetti fino a quando le loro vite, non solo professionali, prenderanno strade differenti.

Lato A: Rockin' Chair
Autori: Clarence Reid, Willie Clarke
Lato B: It Keeps On Raining
Autore: Clarence Reid
Interprete: Gwen McCrae
Nr. Cat.: RCA XB02023
Data di uscita italiana: Giugno 1975

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K.C. & The Sunshine Band: Get Down Tonight


Siamo nell' aprile del 1975 quando esce in Italia Get Down Tonight, il singolo del primo grande successo mondiale della K.C. & the Sunshine Band, che si era fatta conoscere qualche mese prima con Queen of Clubs (con la stessa foto in copertina, anche se con grafica diversa). Il nuovo brano è uno dei più importanti della band, musicalmente forse il più ricco e innovativo. Una miscela di funk, pop, rock e disco in grado di mettere d'accordo tutti. Casey & Finch erano entrati in una fase creativa straordinaria e non erano solo musicisti ma anche grandi consumatori di musica, e questa loro sensibilità all'ascolto era una continua fonte di ispirazione. Lo stesso Richard Finch, compositore e bassista, ha ricordato sul sito songfacts.com come dopo aver ascoltato il brano Get Down di Gilbert O'Sullivan gli venne l'idea per questo nuovo pezzo. Ma c'era dell'altro. A una sezione fiati ad orologeria, alle punteggiature della tastiera, al basso pulsante, si abbinava il genio di Finch, sempre pronto a sperimentare effetti, seppur con la rudimentale tecnologia di allora, mostrandosi in grado di dare un valore aggiunto alla musica. In questo caso è esemplare la lunga intro del brano realizzata incidendo due linee di chitarra sovrapposte, la prima accelerata mandando il nastro del master a doppia velocità e la seconda a velocità normale. Quella intro resterà nella storia del disco-funk e i dj ci consumeranno sopra puntine e puntine di giradischi. 
Il brano divenne il primo dei ben 5 numeri uno che la band collezionò negli Stati Uniti. In Italia, non andrà oltre la nona posizione, mancando di un soffio il passaggio nella mitica trasmissione Hit Parade condotta da Lelio Luttazzi che, lo ricordiamo, trasmetteva settimanalmente le prime otto in classifica. Il brano peraltro ebbe uno strepitoso successo nei juke-box (all'epoca un veicolo di diffusione ancora molto importante per la notorietà di una canzone) dove, per la cronaca, era abbinato curiosamente al pezzo country Sweet Surrender cantato da John Denver.

Lato A: Get Down Tonight
Lato B: You Don't Know
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch 
Interpreti: K.C. & the Sunshine Band
Nr. Cat.: RCA XB 02025
Data di uscita italiana: aprile 1975

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venerdì 5 settembre 2014

The Hues Corporation: Rockin' Soul


Dopo il successo mondiale di Rock the Boat era il momento per la Hues Corporation di un secondo singolo. La scelta cadde su Rockin' Soul che mantiene del primo 7" sia l'orecchiabilità che le reminiscenze caraibiche del groove. Autore, anche in questo caso, il compositore e trombettista Wally "Waldo" Holmes, lo stesso che li fece conoscere al grande pubblico per la prima volta grazie ad alcuni brani per il film blaxpoitation "Blacula" (il vampiro nero...)
Rockin' Soul non arrivò al n. 1 delle vendite USA, ma conseguì comunque un onorevole 18° posto nonché una significativa nona posizione nella graduatoria “Disco”. Il sound è ritmato ma piuttosto, per così dire, rilassante, con le voci soul in evidenza e il ritornello sin troppo morbido.
In Italia l'accoglienza fu freddina, il titolo venne considerato troppo simile al precedente e il brano si insediò, al suo massimo, intorno alla cinquantesima piazza. 
La band di Santa Monica si confermò in ogni caso una delle capofila del movimento di esportazione in Europa del fenomeno soul (in Inghilterra questo singolo toccò la 24esima posizione nella classifica di vendita). Grazie anche a una nutrita serie di concerti la "Corporazione" si rivelò popolare quanto basta per dargli nuovo credito e, come vedremo, programmare a breve l'uscita di altri titoli.

Lato A: Rockin' Soul
Lato B: Go to the Poet
Autore: Waldo Holmes
Nr. Cat.: RCA PB 10066
Data di uscita italiana: Novembre 1974


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giovedì 4 settembre 2014

Robert Moore featuring Miami: Party Freaks


I Miami nacquero  nel 1974, per volontà del produttore e compositore Willie Clarke. La band ruotava intorno al vocalist Robert Moore, ma la loro principale attività era quella di musicisti "ufficiali" degli studi della T.K. Records di Henry Stone (1921-2014), sempre pronti a registrare per gli artisti delle sue etichette. Tra queste label c'era la Drive e fu proprio il brano Party Freaks a diventare il suo primo, anche se limitato, successo. Il 51° posto nella classifica R & B consentì ai Miami di arrivare alla pubblicazione dell'album omonimo.  Il sound proposto, un funk sapientemente miscelato ad atmosfere latin con percussioni, fiati ad oltranza e urletti gutturali suonò peraltro come una primizia nelle discoteche. Il brano non venne accolto in maniera trionfale ma lasciò il segno tra i disc jockey sia radiofonici che "disco" alla caccia di novità. Party Freaks era un brano gioioso, dal suono multietnico e una discreta linea melodica. Il 45 giri, dalla durata inferiore ai tre minuti, oltre a finire in maniera sin troppo brusca era un pò controcorrente rispetto al desiderio crescente di brani da ballare a lungo in pista, e questo non ha certo contribuito a trasformarlo in un top ten
La parte due, strumentale e musicalmente più incisiva, era invece la scelta giusta per chi poco sopportava l'intro finto-chiassosa del lato A e, inoltre, faceva venire meglio allo scoperto l'ispirazione blaxploitation nello stile del tema di Shaft di Isaac Hayes


Lato A: Party Freaks
Lato B: Party Freaks (Part 2)
Autori: Clarence Reid, Willie Clarke
Interpreti: Robert Moore featuring Miami
Nr. Cat.: RCA XB 02005
Data di uscita italiana: Marzo 1975

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Clicca e ascolta su YouTube il brano "Party Freaks (Part 2)"